Scrive S. Vegetti Finzi: «la nascita rappresenta per ciascuno il periodo inaugurale della sua storia, ma l’evento non riveste il significato che potrebbe avere, come se una congiura del silenzio ne avesse decretato l’irrilevanza. [...] Quella pagina bianca nella storia del mondo è stata occupata da un linguaggio, quello medico, che ha imposto con autorità le sue categorie e il suo lessico. [...] Chi cerchi di parlare di gravidanza e di parto cominciando da sé, con fedeltà ai propri vissuti, si imbatte inevitabilmente nella barriera del “già detto” che gli nega il passo, che parla per lui, impedendogli di trovare le espressioni che corrispondono all’intimità del suo sentire».
Il concorso di scrittura “Storie di parto” è proposto dall’Associazione Nascere Bene Ticino (ANBT) con sede a Lugano, la quale promuove il benessere di mamma e bambino durante il percorso della nascita e favorisce nei genitori una scelta consapevole e basata sulle evidenze scientifiche. Lo scopo del concorso è valorizzare il ruolo della narrazione nel rendere visibile l’esperienza della nascita, che per molti aspetti è considerata ancora un tabù, e farne oggetto di condivisione pubblica. Nel caso di un parto traumatico, inoltre, la scrittura si presenta come un alleato terapeutico e una risorsa per elaborare il proprio vissuto.
Il concorso si inserisce nel filone della “comprensione della soggettività”: in altre parole, le storie di parto sono scritte a partire dal vissuto delle persone coinvolte – le mamme, i papà, i nonni, gli operatori della nascita –, facendo emergere punti di vista diversi da quelli istituzionali o ufficiali. Nella nostra società il parto, destituito delle sue molteplici dimensioni, è descritto e gestito essenzialmente come un evento medico: l’esito del travaglio è misurato secondo parametri clinici (morbilità e mortalità) e l’assistenza tende a essere basata sulla separazione tra corpo e mente, bisogni fisici e psichici. In questo contesto, i racconti soggettivi sono rivolti a restituire alla nascita la sua complessità e pluralità di senso, ridefinendo il parto come un evento biosociale, carico di significati culturali, simbolici, affettivi, personali. Attraverso la narrazione, inoltre, l’esperienza individuale acquisisce un senso compiuto e diventa comprensibile agli altri.
Le produzioni proprie sono da spedire in formato elettronico entro le 24.00 di martedì 15 marzo 2022. I partecipanti selezionati avranno la possibilità di partecipare a un workshop con lo scrittore Flavio Stroppini.
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